La forza dell'ignoto

La Forza dell’ignoto: Come la Cultura del “Non So” possa diventare il motore per l’innovazione e la Crescita Aziendale 

Le sfide che le aziende affrontano oggi sono molteplici e sempre in continua evoluzione. Nell’era della tecnologia digitale e delle trasformazioni sociali, gli imprenditori si trovano spesso ad affrontare situazioni sconosciute e complesse. Un problema comune, frutto del retaggio socioculturale del passato, che coinvolge anche le aziende è l’incapacità di ammettere i propri limiti o ancor peggio di non saperli riconoscere.

È facile cadere nella trappola della presunzione ovvero di credere di avere tutte le risposte già pronte e che quello che si è sempre fatto in passato vada ancora bene per le sfide presenti e future. Tuttavia, questa mentalità è limitante e può frenare il progresso impedendo di scoprire e sfruttare sia le opportunità evidenti del progresso che quelle nascoste ed inaspettate. L’alternativa è la cultura del “non so”.

La Cultura del “Non so”: Una soluzione inaspettata

Quando il Prof. Telmo Piovani nella sua lectio magistralis durante l’inaugurazione dell’801° anno accademico dell’Università di Padova, citò la poetessa polacca Wislawa Szymborska, che apprezzava per le due piccole parole “non so”, ci ricordò come queste parole, se abbracciate, possono diventare potenti ali per spingere l’uomo e quindi le aziende verso orizzonti nuovi ed entusiasmanti.

La cultura del “non so” si basa sulla consapevolezza della nostra limitata conoscenza e sulla volontà di esplorare l’ignoto. Spesso associamo la parola “ignoto” al misterioso e all’incerto, ma in realtà rappresenta uno spazio in cui si celano opportunità, innovazioni e scoperte sorprendenti. Senza la curiosità, il desiderio di capire e la sperimentazione, l’uomo probabilmente sarebbe ancora all’epoca delle caverne senza il fuoco. Se il motore dell’indole umana è la curiosità, perché nel mondo aziendale si è castrati dal desiderio di confort ovvero d’immobilità?

Serpentando nell’incognito: L’arte della Serendipità

La serendipità, come descritta dal Prof. Piovani, si riferisce al fatto che in noi e intorno a noi, esistono idee e scoperte ancora sconosciute. Queste opportunità possono essere catturate solo se si abbandona l’idea di avere già tutte le risposte. Ciò significa aprirsi a nuove possibilità e abbracciare il concetto che il successo potrebbe essere nascosto dietro l’angolo. Nell’ambiente aziendale, la serendipità può tradursi in nuove idee, innovazioni, partnership e persino nel superamento di ostacoli apparentemente insormontabili. Per fare ciò, le aziende devono incentivare il pensiero laterale, incoraggiare la curiosità e creare spazi in cui i collaboratori possano condividere le loro scoperte casuali e le intuizioni inaspettate. Le nuove risorse umane sono strategiche in questo processo perché portano entusiasmo ed una visione diversa delle cose rispetto a chi è in azienda da anni ed in confort.

L’opportunità recente più famosa è stata probabilmente l’utilizzo della tecnologia touchscreen, già conosciuta negli anni ’60, applicata al mondo dei cellulari. Due tecnologie pre-esistenti, di due settori appartenenti a due mondi, fino ad allora, diversi che unite da Apple hanno dato vita, negli anni 2000, agli smartphone rivoluzionando il mondo della telefonia mobile. Vittima illustre di questa rivoluzione fu il colosso Nokia per l’essersi adagiato sugli allori dopo che fu promotrice delle precedenti innovazioni degli anni ’90 che portarono all’introduzioni nei cellulari della posta elettronica, calendario e primi browser.  La storia insegna che le aziende che si fermano sono perdute.

Anche nel mondo delle microimprese o dei piccoli professionisti si trovano potenziali inutilizzati. Si pensi alla conoscenza media che si hanno di programmi come i fogli di calcolo che hanno utilità pressoché infinite nella gestione od organizzazione di un’azienda. Quanto spreco per non apprendere e fermarsi al “compitino”! 

Strategie pratiche: 

1. Coltivare la Flessibilità Mentale: accettare il fatto che non si hanno tutte le risposte e sperimentare nuove idee, approcci e strategie può portare a soluzioni innovative.

Esempio: si immagini un’azienda del settore alimentare che ha sempre prodotto e venduto prodotti tradizionali. Un giorno, un giovane dipendente suggerisce di esplorare il mercato delle alternative vegane. La direzione decide di abbracciare quest’idea introducendo una linea di prodotti vegani. Grazie alla flessibilità mentale, l’azienda riesce a conquistare nuovi segmenti di mercato e aumenta notevolmente il suo fatturato 

2. Abbracciare l’apprendimento continuo: incentivare i collaboratori a partecipare a workshop, seminari e corsi di formazione per mantenere vive la curiosità e la voglia di apprendere. 

Esempio: Un addetto alle vendite partecipa a un corso di intelligenza artificiale, anche se inizialmente è scettico sulla sua utilità per il suo lavoro. Dopo aver appreso le nozioni fondamentali, inizia a sviluppare nuove soluzioni innovative che aumentano l’efficienza del marketing dell’azienda.

3. Creare Spazi per la ricerca: Dedicare risorse alla ricerca e all’innovazione all’interno dell’azienda può portare a scoperte inaspettate e all’identificazione di opportunità di mercato. Spazi dedicati alla ricerca in senso più ampio possibile quindi anche “cassetta dei suggerimenti” o lo “smanettare” nei programmi aziendali.

Esempio: Un cameriere dopo una vacanza in un workshop aziendale presenta ai colleghi dei nuovi piatti ed alcuni di questi vengono ritenuti idonei per essere inseriti nel menù.

4. Favorire la Collaborazione: promuovere un ambiente in cui diverse figure professionali possano interagire e scambiarsi idee può stimolare la nascita di intuizioni e soluzioni originali. 

Esempio: Un’azienda di moda crea uno spazio dedicato in un ufficio dove i reparti di design, marketing e produzione possono riunirsi e condividere idee. Durante una di queste sessioni, emergono intuizioni inaspettate, portando alla realizzazione di una collezione di abbigliamento di successo che risponde alle esigenze dei clienti e guadagna visibilità sui social media 

5. Trarre Insegnamento dagli Errori: non giudicare ma imparare dagli insuccessi e considerarli come opportunità di crescita e miglioramento, piuttosto che come fallimenti, può incoraggiare l’innovazione.

Esempio: Un’azienda tecnologica lancia una nuova app senza aver effettuata un adeguata ricerca di mercato. L’app riceve poche recensioni positive e gli utenti segnalano diversi bug. Invece di disperarsi per l’insuccesso, l’azienda raccoglie feedback e analizza i problemi riscontrati. Sulla base delle critiche costruttive, rilasciano un aggiornamento correttivo che risolve i problemi e soddisfa meglio le esigenze degli utenti.

6. Pensare Fuori dagli Schemi: il rifiuto di dare per scontato ciò che già si conosce può aprire la strada a nuove intuizioni e soluzioni creative. Bandire la frase “si è sempre fatto cosi” e guardare agli altri settori per trovare novità da portare nel proprio lavoro.

Esempio: Un’azienda di servizi finanziari decide di adottare un approccio non convenzionale alla comunicazione con i clienti. Invece delle classiche e-mail, inviano una serie di video educativi divertenti e coinvolgenti. Questo approccio inusuale cattura l’attenzione dei clienti e li spinge a esplorare maggiormente i servizi offerti dall’azienda.

Conclusioni: Vola nell’Ignoto e Spingi la Tua Azienda al Successo

In un mondo in continua evoluzione, l’adozione della cultura del “non so” può essere il baluardo che permette alle aziende di rimanere competitive e in grado di affrontare le sfide con coraggio ed entusiasmo. Se non ti evolvi ti estingui! 

Sperimentando l’ignoto, le aziende possono aprire porte e nuove opportunità, abbracciare l’innovazione e superare ostacoli insormontabili. Quindi è necessario spingersi oltre i limiti del sapere consolidato, ammettere di non sapere tutto e lasciarsi guidare dalla curiosità e dall’entusiasmo di esplorare nuovi orizzonti. Essere disposti a mettersi in discussione, e porsi domande audaci e a cercare risposte anche nei luoghi meno ovvi. I collaboratori possono essere una fonte inesauribile di idee e intuizioni. Incoraggiate la partecipazione attiva di tutti i membri del team, indipendentemente dal loro ruolo o livello gerarchico è fondamentale. Ogni persona ha una prospettiva unica e può contribuire a un approccio collettivo di esplorazione e scoperta.

A fonte del dovere fare i conti con l’incertezza e la possibilità di fallire, c’è la consapevolezza che ogni insuccesso può essere un’opportunità di apprendimento e crescita. L’atteggiamento del “non so” permetterà di guardare agli errori come trampolini per migliorare e sviluppare soluzioni più efficaci.

Esempio: si immagini di avere una sfida cruciale per la vostra azienda: l’introduzione di un nuovo prodotto sul mercato. Il team di sviluppo, spinto dalla mentalità del “non so”, si lascia guidare dalla curiosità e dall’esplorazione. Non dà nulla per scontato e cerca di capire a fondo i bisogni dei clienti, esaminando i dati di mercato e studiando i comportamenti degli utenti. Questo approccio aperto e flessibile permette di identificare un bisogno nascosto nel mercato, che nessuno aveva ancora colto. Il nuovo prodotto diventa un successo senza precedenti, guadagnandosi una vasta fetta di clienti entusiasti e portando a un aumento significativo dal fatturato aziendale

Inoltre, la cultura del “non so” aiuta a creare un clima aziendale positivo perché l’ambiente di lavoro sarà stimolante e coinvolgente per i collaboratori. La curiosità e l’entusiasmo per l’esplorazione spingono i team a lavorare insieme in modo collaborativo e a condividere idee senza timore di essere giudicati. Questo senso di apertura e fiducia reciproca favorisce la creatività, l’innovazione ed i rapporti interpersonali.

Ma attenzione: abbracciare la cultura del “non so” non significa essere passivi o lascarsi travolgere dall’incertezza. Al contrario, è un invito a essere proattivi, a porsi domande, a cercare risposte e a imparare sempre di più. La cultura del “non so” è la porta di accesso alla crescita, alla creatività e all’innovazione. 

In conclusione, la cultura del “non so” e la chiave per stimolare la crescita aziendale e per aprire la strada all’innovazione. Accettando l’ignoto come opportunità e non come minaccia, l’azienda sarà pronta ad affrontare con audacia e determinazione le sfide che vi attendono, innovarsi costantemente e scongiurando la parabola discendente fisiologica che attrae ogni realtà che vive del “si è sempre fatto così!”.

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